Un colpo all’anima

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DISTANZA:
234Km (2 tappe)
DISLIVELLO:
2600m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Morbegno (SO)
Percorso andata e ritorno sullo stesso tracciato.
Vedi mappa 1a tappa
Vedi mappa 2a tappa
Gpx sentiero valtellina
SALITE AFFRONTATE:
– Passo dello Stelvio (2758m) – Scheda
DIFFICOLTA’:
45
PANORAMA:
5

DESCRIZIONE:
Lo Stelvio, per me, non è una salita come le altre. C’è un legame speciale e silenzioso, una velata complicità, tra me e quell’immenso gigante di pietra. Lui è il responsabile della mia passione per le salite e per la montagna in generale.
Forse però, ora che ci penso mentre scrivo, lo Stelvio non è una montagna come le altre per nessuno. Ognuno di noi porta con sé un ricordo, una giornata di sudore, una storia da raccontare legata a quel mitico valico. E lui resta lì, custodendo silenziosamente le storie e le avventure, più o meno liete, di ognuno di noi, da sempre. Quanti ciclisti gli avranno solleticato la schiena in questi anni? Quante storie tragicomiche ha visto passare sulla sua pelle?

Quando Claudia mi prospetta l’idea di passare un week end in Valtellina, scatta nella mia testa l’euforia, come un bambino in gelateria, davanti a una moltitudine di gusti senza sapere quale scegliere. Giro delle dogane? Cancano? Gavia che lei non ha mai fatto? Mortirolo? Tutte spazzate via da “Facciamo lo Stelvio. So che ti piace e insieme non lo abbiamo mai fatto“.

Non riuscendo a partire prima di sabato pomeriggio causa lavoro, decidiamo di raggiungere Morbegno (SO) e avviarci da lì. Saliamo in sella verso le 16 partendo dal bocciodromo di Morbegno, dove è presente un ampio parcheggio. Sapientemente ho scaricato la traccia del sentiero valtellina; comodissima e bel segnalata rispetto agli scorsi anni nei quali l’avevo percorsa, collega Colico con Bormio. La ciclovia ci scorta, lontani dal traffico (escluso un breve tratto poco dopo Morbegno), fino a Tirano dove decidiamo di fermarci dopo 57Km. E’ ormai ora di cena, così non ci resta che trovare un posto per mangiare e uno per dormire.

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Un’aria fresca ci sveglia, mentre il sole si leva lentamente oltre i profili delle vette più aguzze e ci raggiunge con i suoi raggi caldi. Claudia purtroppo non è al meglio, così, conscia della giornata impegnativa, preferisce optare per fermarsi lungo la ciclabile in una delle innumerevoli aree di sosta. “Tu vai, fai lo Stelvio, io ti aspetto qui“. Mi spiace non percorrere insieme la salita e contemporaneamente mi spiace lasciarla lì per ore e ore ad attendermi, ma, degna del peggior tenente dell’esercito tedesco, è irremovibile e insiste perché prosegua nella mia pedalata. Così, con sentimenti contrastanti nel petto, mi avvio da solo, proseguendo lungo il sentiero valtellina, per i 38Km che mi separano da Bormio (SO). In questo tratto la ciclabile non è continua, ma alterna dei tratti di strada a basso traffico come a Mondadizza, ad altri di ciclabile. Alcuni segmenti sono tutt’ora in fase di completamento. In ogni caso, strada o ciclabile, si comincia a faticare perché dai 450m della partenza, si arriva ai 1200m di Bormio.

A Bormio mi sento di casa: i ricordi affiorano dall’anima come ninfee a fior d’acqua e i brividi si susseguono confusamente. Eccomi al primo tornante, il 40°, quando arriverò al 1° sarò in vetta. In mezzo quasi 22Km di salita e oltre 1500m di dislivello.
Nonostante le tante moto che mi sorpassano e i ciclisti che incontro (decisamente meno delle moto), la mia è una processione solitaria, una scalata intima e privata verso quella cima che, fino a dieci anni fa, mai avrei pensato di poter raggiungere.

A 3Km dal passo, in corrispondenza della casa cantoniera, mi assale un pensiero: prendere per il Giogo di Santa Maria e tenere da parte lo Stelvio per la prossima volta, quando spero Claudia e io saremo insieme su questa lingua d’asfalto. Ma il richiamo della Cima Coppi per eccellenza, smarrito in quella distesa di rocce e vegetazione bassa,  è incessante, quasi come il battito del mio cuore che a questa altitudine galoppa libero tra fatica e emozione. Così percorro il tornante, guardo la vetta e mi alzo sui pedali.

L’ultimo Km pare eterno e forse lo è, perché per portare le ruote al valico devi sudartela fino alla fine. Così arrivo lassù, dove cielo e terra corrono all’unisono verso l’infinito, fino a fondersi insieme. E ogni volta è una nuova emozione, o come canta Ligabue ‘Un colpo all’anima‘.

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Ciao, vecchio gigante, ci rivedremo presto“.
Mi copro e riparto in discesa, percorrendo a ritroso la strada appena fatta.

Ritrovo Claudia a Tirano 5 o 6 ore più tardi e insieme facciamo ritorno verso Morbegno, percorrendo nuovamente il sentiero valtellina.

Mentre torniamo a casa però sono un po’ rammaricato per non aver scalato lo Stelvio insieme, ma poi mi rendo conto che lui sarà ancora lì ancora ad aspettarci alla prossima occasione, pronto a custodire silenziosamente le nostre emozioni ancora una volta, come un vecchio, eterno, oracolo.

FOTO: