#Ghisallo10anni

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Sabato 15 ottobre semplicemente non lo dimenticherò, ce l’ho tatuato ormai nell’anima. Se mai mi avessero detto che un giorno avrei presentato un mio viaggio in bici al Museo del Ghisallo, in occasione del suo 10° compleanno, sarei scoppiato a ridere o forse a piangere. Reazioni opposte a una medesima emozione.
Per me, così come credo per tanti altri, il Museo del Ghisallo è una sorta di Olimpo, dove solo gli Dei del pedale hanno accesso e dove passione, fatica, leggenda e coraggio si fondono insieme in un’unica goccia che da origine al Mito.
Non avevo mai parlato in pubblico, tanto meno di me e delle mie esperienze. Per giorni ho pensato a cosa dire. Alla fine, ho deciso che non avrei snocciolato un mero racconto inespressivo. No. Avrei mancato di rispetto allo spirito dei tanti campioni lì presenti. Ho deciso di tirar fuori l’anima, quello che avevo dentro e riversare tutto in sala in un solo fiato. Una salita fatta fuori giri. O la va o la spacca.
Mi ha fatto un ENORME piacere scoprire che quelle emozioni sono arrivate a tante persone e mi sono tornate indietro con i loro sorrisi e le loro parole, le strette di mano.
Grazie Andrea e Carola perchè avete tramutato un sogno in realtà. Anime scintillanti nel cielo notturno di ottobre.
Grazie a Enzo e ai tuoi millemila chilometri a ritmo di rap. Sei un grande e hai tutta la mia stima.
Grazie a Maurizio, un uomo unico semplice e genuino. Un Uomo.
Grazie a Marco: più ascoltavo la tua storia e più mi ritrovavo in te, in quello che mi piacerebbe diventare. A separarci 40 anni e più di 400.000 Km… Ma poco importa, la strada è ancora lunga per entrambi. Mi porto dentro quella promessa strappata sul finale di ritrovarci e pedalare magari qualche Km di bici e di vita insieme.
Grazie Elena e Dario perchè c’eravate e mi ha aiutato tanto a combattere la tensione che sentivo.
Le emozioni sono scorse via più dei chilometri percorsi e raccontati.
Una serata fantastica, chiusa con un splendida luna piena che illumina la strada a Coppi e Bartali, emersi dalle nuvole basse come in una tappa d’altri tempi.
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Domenica mattina. Poche ore di sonno, 3 o 4 credo. Una tanica di caffè per il cicloturista nel letto 1, grazie.
Pantaloni bagnati da ieri. Odore di cane bagnato e sudore. Fa niente, ormai li ho su. Si asciugheranno pedalando. Le scarpe no, sembra di stare a piedi nudi in una pozzanghera. Niente bici da corsa allora, vado con quella da viaggio.
Sono le 7 e sono già in sella, in strada, direzione Vigorelli. Un altro luogo che profuma di epicità, scritta indelebilmente su tavole di legno.
Pronti, via! Si parte per la “Vigorelli – Ghisallo”.
g10a3Tutti per uno e ognuno per se. Il gruppo si sfalda, si stira, si allunga nella nebbia del Parco Nord. E poi via, su e giù per le colline della brianza con le gambe che di tanto in tanto stridono, gli occhi gonfi e pesanti. Esce il sole finalmente. Inizia il Ghisallo, dal lato ignorante, quello di Erba.
Quello nobile è quello di Bellagio, ma per oggi va bene così.
Pellegrini a pedali sfidano la gravità e si arrampicano, ognuno col suo ritmo.
All’ombra di Fausto e Gino (questa volta sul serio perchè splende un magnifico sole d’autunno) una Woodstock a pedali. Una confraternita di vecchi amici che non si erano mai visti prima. Ognuno ha la sua storia, più o meno lunga. E allora buon compleanno Ghisallo, con tanto di torta.

Riparto. A Erba prendo il treno. Mi addormento secco. La testa ciondolante cade sulla sella della bici. Dormo così fino a Milano. Neanche nel sonno mi stacco da quel destriero d’acciaio!
Mi sveglio di soprassalto. Avrò mica sognato tutto? No. Tutto vero.
Via con gli ultimi 20km. 130km in tutto alla fine. Limite di velocità delle autostrade. Limite di emozioni superato oltremisura da tempo.
GRAZIE
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