Tra i rifugi vicentini

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Domenica di caldo e sole. Domenica d’estate. Non sono neanche le 6 e io sono già in viaggio verso il Veneto, con bici al seguito. Arrivo a Arzignano, nel vicentino, poco dopo le 9, paese stabilito come luogo di partenza per la mia pedalata.

Imbocco la SP31 e, anche se impercettibilmente, la strada comincia da subito a salire. Mi lascio alle spalle Chiampo e seguo le indicazioni per Crespadoro. Dall’abitato la salita si fa più decisa, ma mai troppo impegnativa. La strada via via si stringe e l’asfalto di tanto in tanto presenta qualche sconnessione. Ampi tornanti si alzano nel bosco senza però lasciare troppo spazio alla vista. Dal piccolo abitato di Campolibero, poco oltre gli 800m, l’ascesa si fa più impegnativa, con pendenze che si attestano costanti sopra l’8%. L’ultimo tratto è parecchio disastrato da dei lavori, ma di contro è inibito alle auto, sostituite da un servizio navetta, mentre i più avventurosi salgono a piedi. Giungo così a quota 1235m, dove la strada finisce in corrispondenza del Rifugio Bertagnoli, con una bella vista sulle vette circostanti.
Mi fermo lì un po’, prima di scendere obbligatoriamente dalla medesima strada da dove sono salito. Subito dopo Campolibero però, prendo a sinistra e tra saliscendi più o meno decisi, mi porto sulla SP246 tra Valdagno e Novale.
Prendo verso nord, in direzione del secondo paese e nuovamente la strada prende a risalire dolcemente la vallata. Da Recoaro Terme la musica cambia e l’ascesa, fino a quel momento pedalabile, si fa decisamente più impegnativa. 11km di salita nei quali si superano 1000m di dislivello!
I primi 2km sono i più semplici, dopodiché le pendenze oscillano costantemente tra il 9 e il 10%, con alcuni tratti che arrivano anche al 12%! C’è da sudare insomma, con i tornanti che si trasformano ben presto in boccate d’ossigeno per recuperare energie o per bere.
Dopo il rifugio La Guardia (quota 1131m), dove ne approfitto per riempire la borraccia alla freschissima fontana, la strada si innalza sadica, affiancata dalla parete rocciosa della montagna. Due brevi gallerie scavate nella roccia riportano alla mia memoria quella buia e infinita del Passo Gavia.
Ormai ci sono e anche il panorama si apre. A accogliermi c’è il Rifugio Campogrosso (1464m) in festa. Un gruppo musicale fa riecheggiare melodie pinkfloydiane tra rocce e sentieri, mentre schiere di turisti si godono distesi sull’erba il bel sole di luglio. Sorrido alla vista di quella curiosa Woodstock montana. Mi fermo un po’, cullato da quelle melodie psichedeliche e, senza che me ne accorga, si fa pomeriggio inoltrato.

Scendo da dove sono arrivato, musica e panorama si nascondono tra le propaggini, mentre le pendenze favorevoli mi conducono piuttosto rapidamente a Valdagno. Km dopo km l’asfalto tende a farsi pianeggiante e, giunto a Trissino, imbocco la strada che, dopo 116km e quasi 6 ore in sella, mi riporta al luogo di partenza.

La domenica volge rapidamente al termine. Faccio rientro a casa dopo le 21, con il cielo reso scuro da nuvole grigiastre che riversano sui campi accaldati, isolate gocce di pioggia.

Il mio percorso
Altimetria Rifugio Bertagnoli
Altimetria Rifugio Campogrosso