Rando Parco del Ticino – 200Km

Volantino-Parco-del-Ticino-2019Il mio sogno chiamato Parigi – Brest – Parigi parte da qui. Già, perché nell’anno di svolgimento della PBP, tutti i brevetti decadono e, per qualificarsi e iscriversi, bisogna brevettarsi, entro giugno dell’anno in cui si svolge la manifestazione, sulle distanze di 200, 300, 400 e 600Km. La PBP è un sogno che nasce da lontano, ma che parte tardi perché “sono già” i primi di marzo e nel calendario mentale che mi ero fatto a inizio anno, pensavo, a questo punto, di essere già in procinto di brevettarmi sul 300, invece mi ritrovo a dover ancora portare a termine il 200.

Nonostante i lavori e il cambio di abitazione incombente, riesco comunque a pedalare con costanza nei primi mesi del 2019 e arrivo al primo appuntamento della stagione, abbastanza tranquillo. Provato, perché il giorno prima mi ritrovo con pennello e rullo a imbiancare la nuova casa dove mi trasferirò, ma pronto. La stanchezza da pittore improvvisato si fa talmente sentire che mi presento ai nastri di partenza a Nerviano, circa 15′ dopo le 7. La partenza, alla francese, è dalle 7 alle 8, ma quando monto in sella sono tutti già avviati lungo il percorso.
Poco male mi dico: sicuramente pedalare in un gruppetto vorrebbe dire risparmiare un po’ di energie, ma allo stesso tempo percorrere la strada da solo non mi disturba, anzi spesso nelle randonnée alle quali ho preso parte, mi sono ritrovato solo. Preferisco andare del mio passo, piuttosto che tirarmi il collo per stare attaccato a un gruppo a ogni costo.

La primavera è appena iniziata e il sole tiepido non riesce a nascondere il freddo della notte. Un’opaca foschia si leva dalle acque del naviglio, mentre il Ticino che oltrepasso a Oleggio, scorre lento, solitario e indifferente. Non faccio caso ai Km e penso come, in fondo, mi sia ritrovato a percorrere come primo brevetto di qualifica la stessa randonnée che, anni fa, era stata il mio primo 200 in assoluto. Ricordo ancora la paura di non farcela e poi quella foratura che mi costrinse a uno stop forzato e, dopo la quale, mi ritrovai solo. Come oggi, ma anche allora la cosa non mi disturbava. E allora mi ripeto che forse è tutto parte di un disegno, solo che all’epoca ancora non intravedevo le forme e i colori.

Raggiunto il bel castello di Proh, i primi 50Km se ne sono andati, accompagnati dai ricordi di qualche anno fa. Il traffico è praticamente assente e le strade si perdono a vista d’occhio lungo la Lomellina. Poco prima del controllo, scorgo i primi randagi, partiti alle 7 in punto come locomotive svizzere. Mi unisco al branco, per poi ritrovarmi spalla a spalla con Angelo, ricurvo sulle sue prolunghe da cronometro. Ci presentiamo, scambiamo quattro chiacchiere e scopriamo di essere entrambi all’inseguimento dello stesso segno transalpino. I Km scorrono via veloci e senza alcuna difficoltà: infatti una caratteristica di questa rando è quella di essere piatta come una tavola da surf.

Al controllo incrocio Annalisa e Angelo si unisce al suo gruppo. Io me la prendo un po’ più comoda e lo saluto augurandoci reciprocamente di ritrovarci lungo la strada, qui o nei prossimi brevetti. O chissà, magari a Parigi.

060319_3Al ponte delle barche di Bereguardo i Km sono già 140 e, di tanto in tanto, incrocio altri randonneurs compagni di viaggio. Intanto la strada si snoda su asfalti a me familiari, dove ho pedalato per anni. Passo accanto al paese dove vivo e dove vivrò ancora per poche settimane, prima di trasferirmi, cambiare zona e cambiare vita. Assorto da pensieri e ricordi mischiati alla rinfusa, mi ritrovo al secondo e ultimo controllo, dopo 176Km.
Riparto quasi subito, con buone sensazioni nelle gambe, che riescono a tenere un buon ritmo sugli ultimi cavalcavia che portano al traguardo. Raggiungo una coppia, lui e lei, con la quale rimango fino a pochi metri dall’arrivo. Lui che incita lei, lei che maledice lui per i troppi Km. Io sorrido.

Eccomi all’ultimo timbro, quello che sancisce la fine delle mie fatiche e un primo piccolo pezzetto di sogno che prende colore, lo stesso che prende il cielo, mentre il sole si sdraia dietro le risaie, in attesa delle giornate più lunghe.

060319_5Il percorso