A ritroso nel tempo in Val Strona

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Ci sono paesi, borghi, valli, che sembrano immuni allo scorrere del tempo e a ciò che ne consegue. Fermi in un’altra epoca, un’altra era, un altro stile di vita. Raggiungerli in bicicletta permette di fare un tuffo in un passato non troppo lontano, respirare un’aria di un tempo mai vissuto, ma che ancora si percepisce. Spesso mi ritrovo poi a chiedermi come sarebbe vivere in questi posti, trascorrere lì dei mesi isolati, apprezzando e ritrovandosi ad essere contemporaneamente ostaggio delle stagioni. Nel bene e nel male.

Il pedalare a ritroso nel tempo, mio e di Claudia, comincia da casa, allontanandoci dagli aerei in partenza e arrivo di Malpensa, varcando il confine piemontese a Oleggio e addentrandoci tra i vigneti e le colline del novarese.
Ad ogni modo, un buon punto di partenza per questa pedalata è sicuramente Borgomanero, facilmente raggiungibile in treno da Novara. Noi ci arriviamo in bici dopo circa 38km e ci lasciamo alle spalle il suo caratteristico centro in pavé proseguendo sulla SP229.
Raggiungiamo così il lago d’Orta a Buccione, cogliendo l’occasione per circumpedalarlo. Proseguiamo quindi sulla sponda destra, all’ombra del Mottarone, tra saliscendi e scorci sul lago, invaso da turisti e vacanzieri. E’ ancora presto però e il traffico non è troppo sostenuto.

23 Km da Borgomanero ed eccoci a Omegna, sulla punta settentrionale del lago d’Orta. Il paese gode di un’ottima posizione ed è sempre molto vivo e trafficato. Nel mentre abbiamo lasciato la provincia di Novara, a favore di quella di Verbania-Cusio-Ossola. Ci addentriamo nei caratteristici vicoli, fino a imboccare la via Valle Strona, porta d’ingresso dell’omonima valle e torrente. La strada, nel mentre, ha già iniziato ad arrampicarsi, abbandonando le ultime abitazioni di Omegna e inoltrandosi tra i boschi della solitaria valle.

La Valle Strona è isolata, chiusa, stretta, un po’ selvaggia e quasi misteriosa, almeno queste sono le sensazioni che affiorano su pelle, man mano che la risaliamo. A proposito di salita: km dopo km l’asfalto continua ad arrampicarsi sulla montagna, ma fino a Otra (814m), che raggiungiamo dopo 14Km (37 da Borgomanero), le pendenze non sono mai cattive e si alternano con lunghi tratti in falsopiano. A questo punto, però, la musica cambia: con tre ampi tornanti e un km all’8%, raggiungiamo l’abitato di Forno a quota 888m. Il paese domina l’intera vallata ed è caratterizzato da strade lastricate e tetti in piode, pietre che caratterizzano diversi paesi delle valli montane.

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All’uscita del paese inizia il tratto più impegnativo di tutta la salita: la sede stradale si ristringe decisamente, ma per fortuna il traffico è quasi inesistente. La lingua d’asfalto intanto risale la valle in mezza costa, senza l’ombra di un tornante, dritta come uno dei tanti alberi che ci affiancano.
Raggiungiamo così Piana di Forno a quota 1104m, dopo 18km di salita. Ci siamo quasi ormai, ma manca l’ultimo tratto, quello più ostico: nei pressi del cimitero, che troviamo sulla destra, la sede stradale si stringe ulteriormente, diventando una specie di sentiero d’asfalto in un fitto bosco di betulle e faggi. Gli ultimi 500m al 16% ci fanno sudare copiosamente, ma improvvisamente le prime case di Campello Monti, sparse come biglie sulla sabbia, ci danno il benvenuto. L’asfalto spiana e lascia spazio al lastricato, caratteristico di questi paesi. Il quadro è completato dalla vallata, dominata dal campanile del paese, che si apre di fronte a noi, qualche auto parcheggiata, la locanda/bar che sembra lì da sempre, la chiesa, un ponte di pietra e un campo di bocce con una partita lasciata in sospeso. Le uniche anime che incontriamo sono dei motociclisti olandesi. Ci chiediamo come abbiano fatto a trovare questo posto, a 1305m, dopo 20km di salita, incastonato in una valle amena. Poi notiamo il cartello che identifica Campello Monti come ‘comunità Walser’ e allora tutto si spiega. Ma un dubbio rimane: se a luglio è così, come sarà nelle stagioni più fredde?

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Ripartiamo prudenti in discesa, forzatamente dalla stessa strada da dove siamo arrivati. Nei primi km bisogna prestare attenzione: la strada è stretta, ripida e non sempre l’asfalto è nelle migliori condizioni. Passato il primo tratto, si posso mollare un po’ di più i freni.

Facciamo dunque ritorno a Omegna e se siete partiti da Borgomanero avrete ormai percorso 63km. Ora, per completare il giro del lago, non ci resta che proseguire in leggera salita, fino a incrociare la strada che porta alla Colma di Arola. Noi però ci manteniamo sulla SP46, staccandoci un po’ dal lago che appare e scompare alla nostra sinistra come un faro nella nebbia. Borgomanero si materializza sotto le ruote in poco tempo e, se è il vostro punto di partenza e arrivo, avrete percorso circa 90km e fatto questo giro. Per noi non finisce qui, perché non abbiamo voglia di prendere il treno e il ritorno alla frenetica realtà può aspettare ancora un po’ di colpi di pedale, quelli che ci servono per completare i 165Km che ci riportano a casa.

Altimetria Campello Monti
Il percorso