Una Cicogna fa autunno?

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Quando l’aria comincia farsi fredda e le montagne all’orizzonte imbiancano le loro chiome, per chi vuole comunque cimentarsi in qualche salita, si vede costretto a limitare il suo raggio d’azione, o meglio il suo raggio di altitudine.
Vuoi per la vicinanza con il lago Maggiore, spesso trafficato nel periodo estivo e vuoi per l’altezza non eccessiva, la salita di Cicogna, non troppo conosciuta, può essere una piacevole sorpresa e una buona destinazione nel periodo autunnale o a inizio primavera, quando le sponde del lago non sono ancora preda dei turisti.

Io e Claudia partiamo da casa in una bella giornata di sole, costeggiando tutta la sponda piemontese del lago da Sesto Calende in poi. Proprio Sesto Calende, raggiungibile comodamente in treno, potrebbe essere un’ottimo punto di partenza per una pedalata di un centinaio di Km. Purtroppo la salita è a fondo cieco, quindi non è possibile fare un giro “ad anello”.

Tenendo il lago Maggiore sempre sulla destra, imbocchiamo la SS33 che lo affianca e la seguiamo fino a Feriolo.

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Subito dopo l’abitato la strada si stacca leggermente dalle acque del lago e supera con un ponte il fiume Toce, giunto alla sua fine. Raggiungiamo così, dopo 35Km, una rotonda dove prendiamo la prima a destra in direzione Verbania. Subito dopo la rotonda, ci spostiamo al centro alla strada dove una corsia ci permette di girare a sinistra seguendo le indicazioni per Cossogno, Cambiasca, Miazzina, Mergozzo. La strada sale leggermente, e dopo pochi metri, troviamo a sinistra l’indicazione per Morgozzo. La ignoriamo e ci manteniamo sulla strada principale che sale per qualche km fino a superare i 340m di altitudine a Bieno. Qui, sulla sinistra in prossimità della chiesa e dello scollinamento, troviamo una fontana. Riempite le borracce, ripartiamo in discesa per qualche tornante, fino a raggiungere San Bernardino Verbano, dove ignoriamo le indicazioni per l’alpe Ompio, mantenendoci ancora una volta sulla medesima strada.
Il tracciato, che segue il torrente San Bernardino, comincia ora a salire, ma risultando sempre pedalabile senza affanno.

Dopo 44km da Sesto Calende, raggiungiamo l’abitato di Rovegro. Da qui in poi, la sede stradale si ristringe notevolmente e si inoltra selvaggiamente nella valle, mentre il torrente si nasconde nella boscaglia sottostante. In questo tratto, nonostante la strada risulti tortuosa, la salita non è mai impegnativa, finché non giungiamo a una galleria buia di circa 200m (luci consigliate soprattutto per il fondo sconnesso) e arriviamo a Ponte Casletto (418m). Qui la musica cambia e non poco, perché ci attendono poco meno di 4km di passione, dove le pendenze non scendono mai sotto al 10%! Un’ascesa selvaggia, in una valle altrettanto selvatica.

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Le nostre fatiche finiscono a quota 736m, in prossimità del parcheggio, della chiesetta e del rifugio; punto di partenza di svariati sentieri percorribili a piedi.
Ci copriamo per ripartire in discesa (forzatamente da dove siamo saliti) con la massima cautela, vista la sede stradale molto stretta e a tratti non in perfette condizioni. Oltrepassata nuovamente la galleria, la carreggiata si allarga, risultando più agevole. Per tornare alla stazione Sesto Calende, che raggiungeremo dopo 105Km, non resta che percorrere la strada già percorsa all’andata.
Noi invece scegliamo di raggiungere Omegna, costeggiare il lago d’Orta e fare rientro, dopo 161Km, passando da Borgomanero.
Se una rondine non fa primavera, una Cicogna farà autunno?

Altimetria Cicogna
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