Rando Parco del Ticino

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DISTANZA:
196Km 
DISLIVELLO:
550m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Nerviano (MI)
Percorso ad anello con prima e ultima parte comune
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SALITE AFFRONTATE:
– 

DIFFICOLTA’:*
2
TRACCIATO:*
25
PANORAMI:*
25
ORGANIZZAZIONE:*
3

*Valutazioni personali

Fino a qualche anno fa la Rando Parco del Ticino rappresentava l’inizio della nuova stagione ciclistica randagia. Per tanti era una sorta di battesimo, di test personale sulle lunghe distanze. Per alcuni era l’inizio della primavera. Non mancavano anche i granfondisti, che per mettere chilometri nelle gambe si cimentavano in questa prova.
L’assenza di asperità la rendeva e la rende tutt’oggi una manifestazione ideale per fare un primo passo in questo mondo. Anche per il sottoscritto, come tanti, fu la primissima randonnée. Da allora non sono più tornato indietro.

Sono passati due anni dall’ultima edizione e, la voglia di immergerci nei ricordi, porta Claudia e me ai nastri di partenza presso l’oratorio di via dei Boschi di Nerviano. Incrociamo diversi amici di pedale e, in pochi minuti, siamo sulla strada, diretti verso ovest.

L’aria è fresca, le strade pressoché deserte e nel giro di poco più di un’ora, attraversiamo il ponte di Oleggio che ci porta in Piemonte. Chilometro dopo chilometro, ci immergiamo nella sconfinata pianura Novarese, fatta per lo più di risaie. I paesi che si attraversano sono pochi e quei pochi sembrano fantasma.
Il sole che pian piano prende possesso del cielo, lascia presagire una bella giornata, ma le temperature sono in realtà più basse di quel che sembra e un fastidioso vento contrario o laterale, ci ostacola a più riprese.

In aperta campagna siamo nudi, senza protezioni e andare avanti in alcuni tratti, è davvero faticoso. Raccogliamo Alberto, simpatico commercialista toscano, che si accoda a noi e col quale proseguiamo lungo il tracciato.
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Fortunatamente, dopo una settantina di chilometri, riusciamo ad accodarci al gruppetto dell’SC Genova, coi quali condividiamo il vento fino al controllo e ristoro di Celpenchio (Km 97).
Dopo una breve sosta siamo pronti a ripartire, mentre “I Genova” preferiscono fermarsi in attesa dei compagni rimasti indietro. Eccoci nuovamente in tre, non a ballare l’Hully Gully, ma in balia dell’aria che soffia tra le spighe ancora verdi.

Poco dopo Cozzo, raggiungiamo Rosanna e Franco, anche loro logorati dal vento. Proseguiamo insieme lungo il costante piattume della Lomellina. 

Il ponte delle Barche di Bereguardo (Km 142) ci riporta in Lombardia e, dopo la facile ascesa tra i filari di cipressi, stile Bolgheri (o quasi), siamo pronti ad affrontare l’ultima parte di tracciato.
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Un tempo era previsto un secondo controllo e ristoro, presso una storica cascina che purtroppo ha chiuso i battenti. Bella invece la strada  che imbocchiamo dopo Abbiategrasso: ci tiene lontani dal traffico e ci accompagna fino al Naviglio Grande a Boffalora (Km 179).

La bucolica campagna lascia ora spazio alle aziende, le fabbriche, le industrie, che caratterizzano l’estrema periferia ovest di Milano. I chilometri che ci separano da Nerviano sono sempre meno, fino a tagliare il traguardo dove veniamo omaggiati con un sacco a testa di 2Kg di riso, in ricordo delle coltivazioni a perdita d’occhio ammirate oggi.

FOTO: