Chi sono

ChiSono2Nome: Ivan

Luogo di nascita: Milano

Segno zodiacale: Scorpione

Soprannome: Corvo

Residenza: I primi 25 anni a Milano, poi nel pavese tra risaie e zanzare, attualmente nel varesotto tra colline e aerei

Professione: Tecnico informatico a Milano

Titolo di studio: Ragioniere Fantozziano

Sport: Bici ovviamente, pallacanestro, trekking e corsa.

Musica: Ben Harper, Pearl Jam, Counting Crows, Xavier Rudd e tanti tanti altri. Ascolto un po’ di tutto a parte jazz, pop e musica classica. Tendo ad associare ogni episodio della mia vita a una colonna sonora.

Film: Col passare degli anni mi sono reso conto di due cose: la prima è quella di parlare spesso per citazioni (di film, libri e canzoni) la seconda è di avere una particolare inclinazione per i film “strani”. Quelli che non si comprendono immediatamente o comunque particolari. Il mio film preferito è sicuramente Nirvana di Gabriele Salvatores, mio regista preferito. Per il resto mi viene difficile fare una lista dei miei film preferiti in quanto sono certo di dimenticarne alcuni fondamentali, ma i primi che mi vengono in mente in ordine accuratamente sparso sono:

Into the wild, Il favoloso mondo di Amelie, Blade Runner, Se mi lasci ti cancello, Fight Club, Matrix, Vanilla Sky, Harry ti presento Sally, Paura d’amare, L’ultimo dei Mohicani, Carlito’s Way, Memento, Leon, Al di là dei sogni, American History X, Bravehearth, Kill Bill, Will Hunting genio ribelle, Mediterraneo, La ricerca della felicità, Marrakech Express, Frankenstein Junior, Pleasantville, I sogni segreti di Walter Mitty, The Giver, Birdman… E tanti altri.

Libri: Anche qui trovo difficile dire quale sia il mio libro preferito e sono certo di dimenticarmene alcuni che adoro.
Cito i primi che mi passano per la testa: “Il giorno in più” di Fabio Volo, “La prossima volta” di Marc Levy, “Alta fedeltà” di Nick Hornby, “La neve se ne frega” di Luciano Ligabue, “L’alchimista” di Paulo Coelho, “Aspro e dolce” di Mauro Corona, “Vangelo Yankee” di Nicolò Gianelli, “A volte ritorno” di John Niven.

Oltre a leggere, mi piace anche scrivere e, il 30 settembre 2015, vede inaspettatamente la luce il mio primo romanzo “Acqua o Sasso“, edito dalla 0111edizioni. Ci prendo gusto e l’anno successivo, con la stessa casa editrice, pubblico “Una farfalla a metà“. Nel 2021 è invece la vota di “Time Out – Tempo Sospeso” edito da Leucotea.

Viaggio nel cassetto: Ogni posto del mondo che non ho visto, o che ho visto,  in qualche modo mi affascina. Non so sceglierne un itinerario particolare: alcuni giorni mi vedo pedalare in africa ai confini del deserto, altri in sudamerica verso la fine del mondo, altri in giro per l’europa, altri ancora su una strada senza fine americana, altri respinto dal vento in nuova zelanda. Forse il vero sogno è il giro del mondo. In bicicletta ovviamente.

Breve bio: Chi sono? Un ragazzo come tanti altri (dovrei forse scrivere ‘uomo’ ma non mi si addice proprio), con la passione per i viaggi.
Negli anni, viaggio dopo viaggio, sentivo dentro il desiderio di muovermi sempre più “libero”. Andare dove mi andava di andare, se mi andava di andare, portandomi solo lo stretto necessario.

Sin dall’età di dieci anni ho avuto la passione per il ciclismo vedendoci, oltre a uno sport, una condizione che ti spingeva al limite, dove c’eri solo tu, la bici e la strada. Dove tutto dipendeva da te. Tutt’oggi lo seguo ancora e ancora oggi mi emoziono, vedendoci dietro una sorta di romantica sofferenza in quelle espressioni straziate dalla fatica, in quel calvario di strade che spinge l’uomo al limite e oltre.

Col passare degli anni sentivo crescere in me il desiderio di muovermi su quella bicicletta tanto ammirata, unendo così la passione del viaggio a quella delle due ruote. Dapprima piccoli spostamenti, pochi chilometri. Poi via via la strada è aumentata. Giorno dopo giorno ero sempre più affascinato dall’idea di fare veri e propri viaggi in bici, portandomi al seguito solo l’indispensabile. Fino a che un giorno, quasi per caso, si è presentata l’occasione di andare. E sono andato.

Con una bicicletta da 99€ comprata in un supermercato qualche anno prima, sono andato da Milano a Pordenone, in Friuli, regione dalla quale proviene la mia famiglia materna. Ci ho impiegato tre giorni per arrivare a destinazione. A pezzi. Passati i dolori fisici, sono rimaste le splendide sensazioni vissute che mi hanno convinto a andare avanti.

A farmi intraprendere quel primo, scriteriato, viaggio ha contribuito senza dubbio il fatto che, tanti anni prima, mio nonno materno, aveva fatto quello stesso tragitto. Senza allenamento e soprattutto senza saper andare in bicicletta. Non ne aveva mai avuta una. Nonostante tutto, era partito. Fisicamente, ma qualcuno diceva di testa.
Le strade erano sterrate, le bici pesanti e a ogni curva doveva scendere e farla con la bici a mano. Sapeva solo andare diritto all’inizio. Barcollando. Ci ha impiegato una settimana, dormendo nei campi e nei prati.
Non ho mai conosciuto mio nonno, ma ancora oggi quando sento questa storia, provo una miriade di emozioni, che sono certo anche lui abbia vissuto.

Emozioni. Sono quelle che mi spingono tutt’oggi a faticare, pedalata dopo pedalata, salita o discea, vento pioggia o sole. Per quanto possa sforzarmi con le parole, solo chi viaggia in bici può capire pienamente cosa una strada e due ruote sono in grado di regalare all’anima.

Col passare del tempo, delle pedalate e dei viaggi, in realtà mi sono reso conto di non amare solo girare in bici, ma anche a piedi o più in generale di amare ogni attività che mi tiene all’aria aperta e a contatto con la natura.
Resomi conto di questo, nel 2013 ho voluto volontariamente provare a vivere senza automobile. Per ogni cosa: spesa, serate con gli amici, lavoro, mi muovevo principalmente in bici. Questa sorta di test personale, durato due anni, mi ha condotto a uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente che mi ospita.
Per diversi motivi oggi sono tornato a possedere un’auto, ma in modo naturale, tendo a usarla solo quando strettamente necessario.

Nell’agosto 2017 in un brutto incidente riporto la frattura di un osso del bacino. Passo diversi mesi in ospedale dove finisco anche sotto i ferri. Ne esco su una sedia a rotelle, ma pochi mesi dopo sono di nuovo in bici, sulle montagne.

Oltre al cicloturismo e alle salite, col tempo mi sono appassionato alle randonnée, che in fondo sono anche loro dei piccoli, grandi viaggi. Le prime, nel 2015, sono state quelle da 200Km, ma col passare degli anni le distanze si sono allungate fino a prendere parte a manifestazioni over1000 come Alpi4000 nel 2018 e la Parigi – Brest – Parigi nel 2019, la 1001Miglia nel 2021 e di nuovo Alpi4000 nel 2022.
La passione per le randonnée la condivido con Claudia, compagna di vita e di bici, nonché capitana indiscussa della squadra. Nel 2021 si è classificata seconda nel Campionato Italiano Femminile ARI, mentre nel 2022 si è laureata Campionessa Italiana. Nello stesso anno, io mi sono classificato terzo in quello maschile.

A parte tutto questo che altro dire di me? Ah si: a volte mi perdo nei miei sogni, nel mio mondo immaginario, quindi può capitare di vedermi con lo sguardo assente. Non preoccupatevi.
Spesso non so scegliere: mare e montagna? adoro entrambi. Alba o tramonto? Entrambi affascinanti e simili. Dolce o salato? Dipende. Primavera, estate, autunno o inverno? Ogni stagione ha il suo fascino. Pasta o riso? Troppo difficile. Potrei continuare con questo elenco all’infinito, ma poi capireste di stare leggendo la breve biografia di uno squilibrato che trova il suo equilibrio instabile su un destriero a pedali.

Per non essere più avvelenato dalla civiltà, lui fugge! Pedala solo sulla terra per perdersi, nella natura selvaggia!” (SemiCit.)