Rando Gran Milàn

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DISTANZA:
199Km 
DISLIVELLO:
2400m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Lacchiarella (MI)
Percorso ad anello con prima e ultima parte comune
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SALITE AFFRONTATE:
– S. Cristina (865m)
– Passo Penice (1135m)
– Pometo (Piccolo Stelvio Pavese) – 534m

DIFFICOLTA’:*
4
TRACCIATO:*
35
PANORAMI:*
35
ORGANIZZAZIONE:*
3

*Valutazioni personali

E’ l’ultima domenica di marzo, la prima con l’ora legale: quella che tanto amiamo e che ci permette di goderci i raggi caldi del sole fino a tardi. Mentre siamo in auto di prima mattina, Claudia e io raggiungiamo Lacchiarella (estrema periferia sud di Milano) e sogniamo tacitamente una lunga e tiepida giornata primaverile, formalmente iniziata da qualche giorno.
Per l’occasione sfoderiamo, per la prima volta nel 2022, i pantaloncini corti, a discapito della salopette lunga che ci ha tenuto compagnia per tutto l’inverno. 
Ad accoglierci però, oltre agli organizzatori dell’S.C. Genova, ci sono 4 miseri gradi, un cielo bigio e un’aria pungente.

Prendiamo via alle 7.30 in compagnia di Rosanna e Franco, mentre il sole rosso del mattino prova ad avere la meglio sulle nuvole.
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Il percorso si dirige spedito verso sud, direzione Pavia, a discapito del nome della manifestazione che può far pensare a una rando nel capoluogo meneghino. Ma come diceva la mamma di Artemio: “La città l’è tentacolare: l’è na bruta bestia!“.
Siamo partiti da pochi km quando notiamo sulla nostra destra una coppia di daini seguire il nostro incedere. Corrono paralleli a noi per almeno 500m. Penso per un attimo di provare a fotografarli, mentre le emozioni si accavallano nello stomaco. Al contrario decido invece di godermi quello spettacolo che sembra così sottile, quasi un battito di ciglio potesse rompere quel magico idillio.

Superiamo la Certosa e il Ponte Coperto di Pavia, per dirigerci poi, su strade secondarie e orfane di traffico, verso l’Oltrepo: cuore della manifestazione odierna. Superato Casteggio (Km47) l’asfalto comincia ben presto ad arrampicarsi sulle prime colline, dove veniamo raggiunti da Ruggero con cui avevamo già percorso la “Milano Tra Riso & Vino” che passava sempre da queste parti.

Tra un saliscendi e l’altro, il tracciato ci mantiene in quota, a bagnomaria forse, per poi prendere a salire con decisione verso Pietragavina. Raggiunto l’abitato l’ascesa non demorde e, con qualche altro km su una stretta e sconnessa stradina di campagna, raggiungiamo S. Cristina a quota 865m.
La discesa che ci porta sulla SS461, non è una scelta felice in quanto ripida, tecnica e molto sconnessa. E’ la prima pecca di un tracciato fino a quel momento curato nei minimi dettagli, con tanto di tracciatura nei punti chiave.

Ci ritroviamo così sulla strada che conduce al Passo Penice, che raggiungiamo in salita passando dai boschi silenziosi e guardinghi del Monte Alpe.
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Al valico (quota 1135m e 99Km) è posto il primo punto di controllo. L’aria ha ancora il sapore d’inverno, complice il tratto tutto in ombra che conduce al Passo. Ci riscaldiamo con il caffè offerto dagli organizzatori e siamo pronti a ripartire. Dopo un primo tratto di discesa e uno in contropendenza, imbocchiamo una sinuosa e piacevole planata che ci fa perdere quota fino a raggiungere Nibbiano (Km125) paese rimasto indifferente allo scorrere del tempo. Lo attraversiamo percorrendo viuzze lastricate e deserte che ci permettono di raggiungere la SP45.

Poche pedalate e prendiamo a sinistra, iniziando la scalata del “Piccolo Stelvio Pavese” che ci conduce ai 534m di Pometo.
Al curioso museo del cavatappi (Km 138) è posto il secondo controllo, nonché primo e unico ristoro di giornata. Purtroppo rimane ben poco da mettere sotto i denti, così, un po’ rammaricati, ripartiamo per affrontare l’ultima parte di tracciato.

C’è ancora qualche salitella da scalare, prima di precipitare nella sconfinata Pianura Padana e fare rientro verso Lacchiarella. Raggiungiamo il Ponte della Becca seguendo strade secondarie e poco dopo arriviamo a Pavia. Il tratto della SP205, che seguiamo fino a Zeccone (Km184) è l’atra cosa che cambierei del tracciato: troppo trafficato a quell’ora, quando anche la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe e nella testa.

Un ultimo sforzo e tagliamo il traguardo, dove ad attenderci troviamo Stefano, con il quale avevo percorso un pezzo di Alpi4000. Non ci resta che scattare una foto ricordo, tutti sorridenti per un’altra sana fatica portata a termine e un’altra storia da raccontare.
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FOTO: