Everesting per Luparound

EverestingPerLuparound

DISTANZA:
285Km
DISLIVELLO:
8911m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Valstagna (VI)
La mia traccia
Bonifico di 310€ a Luparound
Validazione di EverestingItaly
Validazione di Everesting.cc
SALITE AFFRONTATE:
– Foza (1093m) – Scheda

DESCRIZIONE:
Venerdì 24 luglio la pianura padana si sveglia sommersa da una pioggia copiosa. “Non è il massimo se devi scalare l’Everest” penso, mentre sorseggio il caffè e guardo dalla finestra il cielo riversare le sue lacrime. Non ho tempo però di badare al meteo perché ho altri impegni nella mattinata e devo cercare di far quadrare ogni tassello. L’auto è carica, con un rapido controllo mentale mi assicuro di aver preso tutto. Fortunatamente ai viveri ha pensato Claudia, che purtroppo non potrà essere con me oggi. So di potermi fidare ciecamente e sicuramente avrò tutto l’occorrente.

Dopo una giornata piuttosto movimentata, alle 19 arrivo a Valstagna, piccolo paese di circa 2000 anime adagiato sul Brenta. Ho appena il tempo per percorrere almeno una volta la strada in auto, giusto per farmi un’idea di quello che mi aspetta e di procacciarmi qualcosa per cena.
La salita che da Valstagna porta a Foza misura poco meno di 15Km e ha un dislivello di quasi 900m. Alle 19 ci sono 18° gradi a Valstagna, 15° a Foza… Farà freddo stanotte. Perché il mio tentativo di Everesting vada a buon fine, dovrò scalarla 10 volte. Lo so che viene da chiedersi perché ho scelto una salita a me inedita: la spiegazione è che volevo scalare una delle ascese di Luparound e, analizzate le varie altimetrie, mi sembrava la più consona. E perchè fare un Everesting? Perché ho chiesto alle persone di scommettere 5€ contro di me: se non ce la farò restituirò tutto a ognuno e pagherò pegno di tasca mia versando il corrispettivo in sostegno dell’Associazione-AT. Se ce la farò vincerò il bottino e lo verserò comunque all’Associazione-AT. In ogni caso qualcosa arriverà a chi ne ha bisogno.

Ma voglio fortemente scalare l’Everest: non mi aspettavo una risposta simile che mi ha permesso di raccogliere inaspettatamente 310€, grazie anche al contributo di persone che non conosco. Questa fiducia incondizionata, va ripagata offrendo il mio massimo impegno.

L’ultimo scorcio di luce si spegne, mentre un tetto di nuvole tetre nasconde il cielo sopra Asiago. Mancano pochi minuti alle 23 quando inizia a piovere e ha inizio la mia avventura. La prima ascesa va così: nel buio e sotto la pioggia. A un km dalla vetta spiove fortunatamente, ma l’asfalto è ormai bagnato, come me del resto. In discesa c’è da battere i denti: vuoi perché ci sono solo 10°, perché la discesa è lunga e perché sono inumidito da un misto di sudore e pioggia.

Raggiungo Valstagna e mi chiudo in auto a mangiare qualcosa. Ancora non lo so, ma questo ‘salire – scendere – auto – cibo’ diventerà la costante delle prossime 24 ore. Una sorta di rituale.

Riparto portandomi dietro qualcosa in più per coprirmi in discesa e, complice il meteo più clemente, va decisamente meglio. Una volpe, due cervi e un incontro ravvicinato con un cerbiatto sono gli unici contatti sociali di questa notte.

E’ ancora buio quando inizio la terza ascesa ed è forse la più dura: per due volte sento il sonno braccarmi alle spalle, in fondo sono in piedi dalle 6 di mattina. Devo fermarmi due volte, sedermi qualche minuto a bordo strada per poi ripartire. Fortunatamente il cielo inizia a tingersi di giorno e la sonnolenza si scioglie nelle nuvole che vanno via via schiarendosi.
IMG_20200725_052708Senza perdere troppo tempo parto subito per la 4a salita. Incontro una moltitudine di ciclisti nel loro ‘giro del sabato’. Tra questi ecco Giorgio ‘Musseu’ Murari e Loretta Pavan che, sapendo del mio tentativo, mi fanno una graditissima sorpresa. Li incontro mentre loro salgono e io scendo. No, diciamola tutta: mentre sto cercando di volare perchè il mio Garmin segnala inaspettatamente “batteria scarica” e il power bank è sulla macchina, convinto che non mi sarebbe servito fino alla 5a ascesa. Se si spegnesse ora rischierei di compromettere l’omologazione del tentativo. Ma la fortuna è dalla mia parte perché riesco a scambiare due chiacchiere con Giorgio e Loretta, arrivare all’auto e attaccare il gps. Mentre si ricarica ne approfitto per andare in paese e fare colazione (in bici ovviamente).

La 5a e 6a ascesa scorrono veloci, mentre il sole finalmente mi riscalda le spalle. La 7a ascesa decido di dedicarla a Matteo Grioni: glielo avevo promesso e a ogni passaggio a Foza mi ha fatto sentire via messaggio il suo sostegno e incitamento. Piccole cose che forse possono sembrare insulse, ma che invece danno una carica immediata. Da randonneur navigato quale è, questo lo sa bene.
Stessa cosa per Claudia che a ogni passaggio non smette di sostenermi e di ripetermi che ce la farò. E poi c’è il “cestino della merenda” con quello che ha preparato: piccole – grandi attenzioni che contribuiscono a farmi dare una pedalata in più.
EverestingIncontriSto per partire per il 7° tentativo quando ecco Luisa, Maurizio e Daniele della Società Ciclistica Lupatotina.  Non ci vediamo dallo scorso anno e con la scusa di ragguagliarci a vicenda, la salita scorre sotto i copertoni senza che ce ne accorgiamo. Faccio ritorno all’auto, saluto Daniele e, convinto di ritrovare Luisa e Maurizio mentre risalgo, mi avvio nell’8a ascesa. Così non è e mi rammarico di non averli potuti salutare.

L’ottavo tentativo è duro: il caldo si è fatto torrido, oltre 30°, la stanchezza si fa sentire e mi rendo presto conto che la mia previsione di terminare entro le 20 è pura utopia: farò ben più tardi. Arrivo in cima alle 18 e, dopo un rapido consulto con Claudia decidiamo per: scendere a Valstagna, fermarmi velocemente a mangiare qualcosa e ripartire. Intanto lei cerca di capire se l’albergo prenotato a Bassano del Grappa per la notte può ricevermi a notte fonda. Ancora una volta, tutto si incastra come in un puzzle e alle 19.20 sono pronto per ripartire. L’aver messo fuori per un attimo il piede da quei 15Km che ormai mi fanno sentire come un criceto nella ruota, in qualche modo mi rivitalizza. Mi infilo un auricolare, accendo la musica a rotazione e riparto. Sulle note di “All the small things” nella malinconica versione di Puddles Pity Party arrivo per l’ennesima e penultima volta in vetta.

Non resta che un’ultima ascesa da scalare. Riparto che è di nuovo buio, come 24 ore fa, quando tutto e cominciato, ma a differenza della scorsa notte il cielo ora è trapunto di stelle e la luna è sospesa tra i profili aguzzi delle montagne scure, a farmi da guardia. Nella mia testa i pensieri si accavallano come onde sulle spiaggia: vedo i volti di tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa, in qualsiasi modo e vorrei ringraziarli personalmente uno a uno (anche coloro che non conosco), penso a Roberto che si è subito dimostrato entusiasta quando gli ho svelato la mia idea di “scalare l’Everest” per Luparound (un pezzettino di questo Everest Veneto è suo), penso a Danny che nonostante debba ogni giorno scalare una montagna ben più dura di questa, ha una forza e una vitalità contagiosa, penso a Claudia che anche se è rimasta a casa è come se fosse qui.

Mi lascio alle spalle il 20° e ultimo tornante, mancano 3,5Km ed è fatta, lo so. “Se volete fermarmi ora dovete investirmi” penso. Neanche mi avessero letto nel pensiero sento un’auto giungere alle mie spalle, rallentare e accendere gli abbaglianti. “Mi avranno mica preso sul serio?!?!“. No, perchè quando mi affianca vedo la bandiera della Lupatotina sventolare dal finestrino: sono Luisa e Maurizio che non ero riuscito a salutare prima! “Pensavi mica che ti lasciavamo solo?“. Mi alzo sui pedali, sorrido: so che ormai niente e nessuno potrà più fermarmi. L’arrivo scioglie tuta la stanchezza, mentre Maurizio mi mette al collo la medaglia di Luparound. Emozione allo stato puro.

Mi resta la discesa a Valstagna, già perché quando arrivi in cima all’Everest poi devi anche scendere, ma come dicono in NBA quando una partita è ormai chiusa: è ‘trash time’, letteralmente ‘tempo spazzatura’ perché gli 8848m, ormai li ho conquistati.

Prima di oggi non avevo mai preso in considerazione e non mi aveva mai attirato l’idea dell’Everesting e averlo portato a termine, dopo 19 ore e 24 minuti pedalati (25 ore totali) 295Km (percorrendo su e giù gli stessi 15Km) e 8911 metri di salita; è stato il mio modo per dire un sincero “GRAZIE” a tutti voi che, in un modo o nell’altro, avete fatto parte di questa avventura e l’avete resa realtà.
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