Rando Helios del Mottarone

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DISTANZA:
309Km
DISLIVELLO:
2700m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Uboldo (VA)
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SALITE AFFRONTATE:
– Passo del Mottarone (1455m)

PolliceSu
– Giornata paesaggisticamente spettacolare
– Traccia perfetta nel tratto Svizzero
PolliceGiu
– I controlli sono tutti autogestiti, il primo poco visibile, non viene individuato da diversi partecipanti che sono costretti a tornare indietro
– Un solo ristoro (panino) dopo 250Km
– Traccia a tratti imprecisa nella parte Italiana, per esempio sul Mottarone fa imboccare la strada contromano
– Ultimi 15km per raggiungere il traguardo sono tutti sul Sempione, che fatto col buio, la stanchezza e le auto che corrono a velocità sostenuta lo rendono eccessivamente rischioso
– Niente pasta party finale o altro. Mancanza grossolana soprattutto nei confronti di quei partecipanti che si sono sobbarcati centinaia di chilometri per prendere parte alla manifestazione
VALUTAZIONE COMPLESSIVA
1

E’ passata una settimana dai 600Km della Verona – Resia – Verona, ma fatto ritorno a casa siamo pronti per una nuova avventura che, per questo week end di inizio settembre, non ci porterà lontano dai luoghi dove siamo soliti pedalare durante l’anno.
La partenza è infatti fissata a Uboldo, in provincia di Varese, che per noi vuol dire 20Km da casa.

Claudia e io ci avviamo intorno alle 5.20, sotto un cielo ancora scuro e un’aria fresca quel tanto che basta. Tutto è ancora immobile, tranquillo, silenzioso e, anche se i primi chilometri si snodano sulla statale del Sempione, possiamo percorrerli in tranquillità, gettando di tanto in tanto uno sguardo alle stelle che risplendono sopra i nostri caschetti.

Il cielo comincia a colorarsi man mano che ci avviciniamo a lago Maggiore. A Sesto Calende è posto il primo controllo. Purtroppo non è né ben visibile né segnalato, col risultato che molti ciclisti lo saltano. Resosi conto di aver mancato il check point, saranno costretti a tornare sui loro passi. Claudia ha studiato scrupolosamente il tracciato, così riusciamo a individuarlo, timbrare e ripartire.

Lungo la costa orientale del lago Maggiore, tra un saliscendi e l’altro, l’aria comincia a scaldarsi e i paesi che via via incontriamo, prendono vita dopo il torpore notturno.

A Luino, quasi senza rendercene conto, abbiamo percorso più di 80Km. Claudia, meglio di un cane da tartufi, scova al volo il secondo controllo di giornata, posto presso un bar. Un buono-caffè ci sarebbe sicuramente stato, ma vista la latitanza in questo senso, preferiamo proseguire per qualche chilometro e fermarci in una pasticceria dove siamo soliti fare tappa durante le nostre pedalate.
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Una volta ripartiti, ci bastano pochi chilometri per salutare momentaneamente l’Italia e varcare il confine Elvetico. In questa parte il percorso si snoda per lo più su ciclabile o comunque strade a basso traffico e, grazie alla traccia ben disegnata, scopriamo nuovi passaggi che terremo a mente per il classico giro invernale del lago.

Abbiamo percorso 133Km quando facciamo ritorno nel bel paese, mantenendoci sulla SS34 fino a Baveno, dove salutiamo la sponda occidentale e prendiamo ad arrampicarci verso Gignese. Un tratto di pianura segna il termine della prima parte di ascesa, ma nel giro di pochi chilometri la strada si inoltra nel fitto bosco e riprende a salire verso il Mottarone. Raggiungiamo la vetta brulicante di gente dopo 190Km, sotto un cielo terso che ci regala viste uniche a 180°. Riusciamo a scorgere tutti i laghi della zona che, visti da quassù, sembrano pozzanghere lasciate da un temporale estivo.
Timbriamo all’ennesimo controllo autogestito e siamo pronti a lanciarci in discesa.
Una foratura alla ruota anteriore della mia bici rovina quel clima bucolico e spensierato che solo un lungo tratto di discesa dopo la fatica sa regalarti.

Raggiungiamo il lago d’Orta e, giunti a Omegna i nostri stomaci ci suggeriscono di fare una sosta per mettere qualcosa sotto i denti, vista la totale assenza di ristori lungo il percorso.
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Ripartiamo fianco a fianco con le acque blu del lago, che perdiamo di vista quando imbocchiamo la facile ascesa di 5Km della Cesara. A Borgomanero abbiamo ormai percorso 237Km. E’ pomeriggio inoltrato quando smettiamo di pedalare verso sud e prendiamo a destra, dirigendoci spediti verso il Santuario di Boca dove è in corso la messa domenicale. La salita che porta a Boca è agevole, ma la fatica comincia a farsi sentire e le nostre pedalate cominciano a farsi più pesanti. Al Km247 ecco finalmente l’unico ristoro di giornata, che si traduce in un panino col formaggio che divoriamo in pochi minuti. Al controllo incrociamo anche Renè e altri randagi. La voglia di ripartire sembra essere rimasta sotto le ruote delle biciclette, ma Claudia e io ci facciamo coraggio, salutiamo la compagnia e ci avviamo sotto un cielo che lentamente volge all’imbrunire.

Le difficoltà altimetriche sono ormai alle spalle e, quando raggiungiamo il ponte di Oleggio che ci riporta in Lombardia, capiamo che il traguardo non è così distante.

La buia Statale del Sempione, che imbocchiamo a Busto Arsizio, ci porta verso l’arrivo, ma non è più come questa mattina: il traffico è ora sostenuto e le auto sfrecciano veloci nell’oscurità. Facciamo il conto alla rovescia dei Km, mentre i nostri nasi sentono già il profumo di una pasta fumante.

Giungiamo al traguardo dopo 309Km e la delusione si materializza sui nostri volti stanchi quando scopriamo che non è prevista alcuna pasta o altro (fatto salvo per mandorle o banane che decliniamo il più gentilmente possibile). Niente attestati, nulla che ci lasci uno sbiadito ricordo di questa lunga e faticosa giornata. Il pensiero va poi a tutti quegli amici che si sono sobbarcati centinaia di chilometri in auto, arrivando dal centro e sud Italia, per partecipare alla manifestazione. Quasi ci vergogniamo pensando all’accoglienza che ci è stata riservata quando ci siamo trovati a pedalare da loro.
Profondamente delusi, non ci resta che caricare le bici in macchina e fare ritorno a casa. E’ ormai notte, ma almeno qui, una pasta calda la troviamo.

Per dovere di cronaca preciso che sulla pagina della manifestazione non vi erano indicazioni riguardanti il pasta party finale. Il buonsenso vorrebbe però che, dopo più di 300Km e una giornata intera in sella, ci fosse qualche genere alimentare di conforto.

FOTO: