Giri misti(ci) per un ciclista profano

Il week end “lungo” di pasqua si addice alla perfezione a un trittico di giri e salite a pedali. Poco interessato alla festività, l’unica discriminante sono le condizioni meteo. Sembrano molto buone e allora si va.

SABATO: SELVINO, GANDA, MONTE FARNO, COLLE DEL GALLO

150417_2bnL’aria è fresca, il sole fa capolino da est e io sono a Nembro (BG), già in sella, pronto a partire. Partire in salita perchè proprio dall’abitato orobico, parte l’ascesa del Selvino (962m). E’ una salita ideale per scaldarsi, dato che le pendenze restano regolari in uno slalom poco serrato di tornanti che, metro dopo metro, si aprono sulla vallata. Quella salita costante e indifferente mi ricorda ogni volta quella del ben più possente Pordoi. Se la vista si apre sulla val seriana, a chiudersi è il cielo che, dopo 10km di ascesa è completamente coperto da nubi grigiastre che riversano sull’asfalto una pioggerellina fine e noiosa. Mi copro in vista di una discesa che non c’è, dato che c’è da salire ancora qualche chilometro sino al Passo Ganda (1060m). Finalmente discesa. Tecnica. Con curve, controcurve e tratti di asfalto a mo di groviera. Arrivato a Leffe si riprende a salire, anche se la scalata vera e propria inizia a Gandino, dove la strada si immerge in una fitta selva stile inferno dantesco e si impenna verso il cielo stile montagna del purgatorio. E’ una vera pena da scontare, con pendenze che restano abbondantemente in doppia cifra. Verso la fine dell’agonia la vegetazione sparisce, ma la vista è offuscata da una nebbia fitta e pesante. Si appannanno anche gli occhiali, che sono costretto a togliere, procedendo a tastoni. L’ascesa e la strada si concludono ai 1245m del Monte Farno, dove è possibile rifocillarsi al rifugio. Il panorama meriterebbe forse, ma non lo saprò mai. Picchiata verticale, obbligata dalla medesima strada, per ritornare a Leffe. Una birra me la meriterei e invece proseguo in leggera salita verso Bianzano. Le pendenze si fanno finalmente favorevoli e mi scortano sino alle rive del lago di Endine. Lo seguo lungo tutto l’argine occidentale e, giunto a Casazza, abbandono la SS42, per iniziare l’ultima fatica di giornata: 7,5km, abbordabili, stile Selvino, per arrivare ai 763m del Colle del Gallo, dove  si staglia la chiesa dedicata ai ciclisti. Non so se questa giornata a tratti mistica centri qualcosa, ma fatto sta che finalmente fa la sua comparsa il sole, che mi scalda braccia e spalle per tutta la dolce planata che mi riporta al punto di partenza. Alla fine sono 92km e 2400m di dislivello.

Percorso
Altimetria Selvino
Altimetria Monte Farno
Altimetria Colle del Gallo

DOMENICA: VALBRONA

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E’ il giorno di pasqua e, autoconvinto che non ci sia in giro nessuno, decido di prendere il treno per Como. Sul treno c’è un po’ di ressa, ma mi ripeto che sarà tutta gente diretta da parenti e amici per il pranzo. A Como parte il mio giro seguendo le sponde del lago che fa a gara con il cielo per chi sia più blu. Un sole deciso trionfa solitario senza nuvole. 30km di saliscendi e sono a Bellagio, dove mi attende una coda infinita di auto. Non sono più così convinto non ci sia in giro nessuno, ma con uno stile degno del peggior Alberto Tomba, riesco a destreggiarmi tra le auto e l’andirivieni di persone. Lasciato alle spalle il caratteristico e turistico abitato, il traffico come per magia si dissolve. Lascio sulla destra la strada che si arrampica al Ghisallo e proseguo seguendo la riva del lago. E’ un trionfo di colori e profumi. E’ ora di pranzo e, mentre nelle case e nei ristoranti ci si abbuffa, io opto per una sosta in riva al lago sotto un tetto di glicine. A Onno abbandono la SP583 lungolago e imbocco la SP46 che sale a Valbrona (531m): 5km di facile ascesa che mi conducono al monumento e fontana “Ad onore del ciclista”. Fino a Erba è una veloce e leggera discesa. Vorrei proseguire: tornare a Como, oppure puntare verso casa. Le gambe stanche invece mi suggeriscono di prendere il treno dopo gli odierni 55km. E’ pasqua anche per loro.

Percorso
Altimetria Valbrona

LUNEDI’: CIGOLINO E BUGIALLO

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Memore delle mie convinzioni errate del giorno prima, parto presto sull’ennesimo treno. Destinazione Colico. L’aria è fresca e il sole di tanto in tanto si nasconde timidamente dietro a qualche nuvola. Seguo la ciclabile che conduce a Chiavenna, lasciandomi ben presto alle spalle il lago di Mezzola e seguendo l’argine dell’Adda. A Gordona abbandono la ciclabile per iniziare a salire. Fino a San Vittore si tratta di un’ascesa canonica, ma poco prima dell’inizio delle case, prendo la strada a sinistra seguendo le indicazioni per Cigolino e Albareda. La musica cambia decisamente: la strada diviene un cobra velenoso che si innalza verticale lungo la montagna. Non c’è verso di prendere fiato, di trovare un tratto pedalabile e, a complicare il tutto, c’è l’asfalto che metro dopo metro si dissolve sotto le ruote e si trasforma in una colata di cemento; quasi stessi risalendo le pendici di un vulcano. Incespicando sui pedali vado avanti. La vista che di tanto in tanto si apre sulla vallata sarebbe mozzafiato, ma il respiro è già mozzato dalla fatica. In diversi punti la pendenza arriva oltre il 20%! Lascio alle spalle Albareda e proseguo ciondolante con un’andatura prossima al trekking. Arrivo al Cigolino. Credo. Anche perchè non trovo cartelli che me lo confermino, nè molte altre forma di vita umana onestamente. Secondo i miei calcoli dovrebbero mancare 700m e allora proseguo, su una strada che da cementata si fa sentiero sterrato. Anche il sentirero finisce, a uno spiazzo, dopo 8km di atroce salita, dove su una pietra trovo la scritta “Calones – 1440m”. Sicuramente il Cigolino (1255m) era dove finiva la strada cementata e allora torno sui miei passi a godermi la splendida e meritata vista.
La discesa, se possibile, scaturisce in me più tensione e logorio della salita in quanto il fondo “stradale” (obbligatoriamente si riscende da dove si è saliti) è molto sconnesso e dissestato. Con tutte le cautele del caso, torno a San Vittore dove riprendo la ciclabile seguendo il percorso inverso dell’andata.

CONSIGLIO PERSONALE: se volete cimentarvi nell’ascesa suggerisco l’utilizzo di una bici gravel o una mountain bike. Per altro, nel secondo caso, so che c’è la possibilità di proseguire su un sentiero completando un percorso circolare.

Tornato a valle, mi imbatto in un fortissimo vento contrario che mi obbliga a faticare a testa bassa per 25km. A Nuova Olonio lascio la strada che sto percorrendo a ritroso e, attraversato l’Adda, giungo a Gera Lario dove inizia la seconda salita del programma odierno. Seguendo i cartelli per Bugiallo inizio a arrampicarmi tra tornanti e viste uniche sul lago. I primi 6km di ascesa scorrono via senza troppe difficoltà, ma giunto all’abitato di Bugiallo e imboccata la stradina che si snoda sulla destra, la situazione si va decisamente più severa. Partono 5km con pendenze quasi sempre in doppia cifra. I primi 3km in un modo o nell’altro scivolano via, ma negli ultimi 2 vedo accendersi la luce della riserva. L’ascesa si fa supplizio, condanna. Mi contorco sul sellino, stritolo il manubrio, ma sono piantato sui pedali. Proseguo. Perchè pur non avendo imparato molto su stile, rapporti e cadenza di pedalata; una cosa l’ho imparata in questi anni di bici: a soffrire. Perchè so che se non fossi disposto a soffrire, non sarei mai arrivato dove sognavo di arrivare. Perchè so che poi, ogni goccia di sudore versata, viene ripagata. Raggiungo la baita del Vikingo dove inaspettatamente incontro Andrea e la sua famiglia per godersi la giornata di pasquetta. Sorrido e ritrovo le energie. Quelle che mi bastano per proseguire ancora un poco e arrivare in cima. Mi fermo un po’ lassù con loro, davanti a una vista da favola, con un tavolino in prima fila sul lago.
E’ tempo di scendere. Il forte vento, finalmente a favore, mi sospinge sino a Colico dopo aver sorpassato una coda infinita di auto intente a tornare a casa. Carico la bici sul treno. Niente traffico per me. Km percorsi: 101, dislivello 2300m.

Si conclude così una 3 giorni fatta di salite, fatica, panorami, natura, pioggia, vento, sole e emozioni. Ma quando sono in sella, quelle non mancano mai.

Percorso
Altimetria Cigolino (parziale)
Altimetria Bugiallo