AmspoRando

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DISTANZA:
199Km 
DISLIVELLO:
2000m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Passirana di Rho (MI)
Percorso ad anello con prima e ultima parte comune
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SALITE AFFRONTATE:
– Coiromonte (845m)

DIFFICOLTA’:*
35
TRACCIATO:*
3
PANORAMI:*
35
ORGANIZZAZIONE:*
3

*Valutazioni personali

Domenica mattina l’aria spira ancora fastidiosa. Non ci sono più le raffiche furibonde di sabato pomeriggio, ma Eolo graffia ancora le nostre guance. Il cielo è rischiarato da poco quando Claudia e io arriviamo a Passirana di Rho, a nord-ovest di Milano. Scarichiamo le bici, montiamo in sella e, raggiunta la zona di partenza, siamo pronti a dare il primo colpo di pedivella. Non prima però di aver salutato Ruggiero e Fabio, amici di rando, coi quali ci avviamo verso ovest. Alcuni gruppi di ciclisti ci sorpassano nei primi chilometri di pianura. In uno di questi si infila Fabio, che perdiamo di vista in breve tempo.
La strada è strada ed è giusto che ognuno prosegua del suo passo, così ci ritroviamo ben presto in tre, in fila indiana, a solcare l’asfalto pianeggiante.

Dopo 32Km, raggiunto Turbigo, imbocchiamo la ciclabile de Naviglio Grande che ci porta al ponte di Oleggio, dove salutiamo la Lombardia ed entriamo in Piemonte.
Ben presto la pendenze inermi lasciano spazio a un tracciato vallonato, con le colline Novaresi protagoniste.
Il percorso che gli organizzatori propongono per farci raggiungere il lago d’Orta è davvero ben studiato e ci tiene lontani dal traffico dei turisti lacustri del week end. Anche la frecciatura è un punto di merito per la Amspo Rho, purtroppo però in più di qualche passaggio la traccia differisce da quest’ultima.
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Raggiungiamo il lago d’Orta dopo 77Km e, trascorso qualche minuto ad ammirare le limpide acque bluastre alla nostra sinistra, svoltiamo a destra e prendiamo a salire verso Armeno. Da qui, all’ombra del Mottarone, ha inizio la vera asperità di giornata che ci porta ai quasi 900m di Coiromonte dove è posto il primo punto di controllo e ristoro. 
Una bottiglietta d’acqua, una crostatina e siamo pronti a rimetterci in marcia.
Un breve tratto di pendenze favorevoli ci conduce in Valle Selvaggia, ma ben presto ci ritroviamo nuovamente in salita per raggiungere Gignese (Km99). 
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Finalmente discesa! Che ci porta sull’Alto Vergante, dove il vento riprende a soffiarci contro con più veemenza. A Massino Visconti (Km109) il percorso si inoltra su un lungo tratto di sterrato, tanto inaspettato quanto imprevisto. Anche in questo caso tracciatura e frecciatura differiscono e noi ci ritroviamo in balia di sassi e polvere, prima di ricongiungerci con la strada principale.

Superata Varallo Pombia, raggiungiamo il ponte sul Ticino che ci riporta in Lombardia, non prima però di esserci fermati al secondo controllo e ristoro (Km140) dove scopro di non essere registrato come “Ivan”, bensì “Anselmo”. Che sia un mio lontano avo randagio?!?

L’asfalto che ci porta a Somma Lombardo è nuovamente in salita, ma anche qui va dato merito agli organizzatori per averci fatto evitare il Sempione, a favore della strada vecchia che, anche se allunga il nostro percorso, ci tiene lontani dalle auto. Dopo 168Km raggiungiamo la Valle Olona e qui ci attende l’ultimo, sadico, strappo con pendenze in doppia cifra.
Tutte le difficoltà sono alle spalle, possiamo rilassarci e goderci le ultime pedalate, finalmente e stranamente con il vento in poppa.
Al traguardo, risolta la questione “Il fu Anselmo”, ci attendono gli organizzatori e possiamo così goderci la sana stanchezza di giornata.

FOTO: