A Milano il grano è maturo

GranoSono giornate logoranti. Teoricamente dovrei godermi 15 giorni di ferie dal lavoro scorrazzando sulla mia bici su e giù per qualche montagna, in pratica sto faticando giorno dopo giorno per sistemare casa, facendo lavori che avevo tralasciato per troppo tempo. Solo ora mi rendo conto forse di aver azzardato troppo sul colore delle pareti, ma si sa che ho gusti strani…

La bicicletta è un po’ in disparte in questo momento, tant’è che ho deciso di approfittarne per far fare un check-up a “Ronzinante”, la bici che uso nei miei viaggi.
La “bici da lavoro” invece attualmente la uso solo per le commissioni giornaliere. Già, perchè da mesi ormai ho abbandonato totalmente l’auto e, quando mi muovo, lo faccio solo sui pedali, a piedi, o con i mezzi pubblici. Non è stato difficile organizzarmi, ma partivo avvantaggiato dal fatto che già prima di abbandonare l’auto, la maggior parte delle volte mi spostavo comunque in bici. Dunque lavoro in bici, spesa in bici, cinema in bici, cene in bici ecc… In caso di necessità i servizi di noleggio auto di Milano sono ottimali.
E’ uno stile di vita diverso, ma che non mi dispiace affatto.
Quando salgo in sella e mi avvio verso Milano o Pavia (sono circa a metà tra le due città), riesco ad apprezzare l’avanzare delle stagioni, la pace e i ritmi della campagna del parco agricolo sud che solco con le mie ruote come un’aratro.
Ed ecco che il grano è maturo, pronto per la raccolta. Un po’ in ritardo forse rispetto al solito, ma credo che l’estate mai arrivata ne abbia rallentato parecchio la maturazione.

Già perchè l’estate 2014 è passata senza mai farsi notare: non è mai arrivato quel caldo torrido che fa ribollire l’asfalto e vedere l’orizzonte tremolante come nel deserto. Non ci sono state notti insonni, rigirando il cuscino per cercarne un angolo fresco e scacciando zanzare. No. Questa volta ha vinto la pioggia che a ogni nuvola faceva capolino. Una lunghissima primaverautunno che sta perdurando da mesi e mesi.
Nonostante ciò, ad agosto Milano era deserta: potevi restare fermo minuti agli incroci senza che passasse nessuno, o vedere intere vie senza anima viva. Una pacchia per noi ciclisti urbani, anche se tutto ciò mi metteva una certa tristezza e smarrimento.

Quando passando davanti all’Università Bocconi ho ricominciato a vedere i ragazzi seduti fuori, tenersi per mano, amoreggiare sulle panchine, ho capito che tutto era tornato alla normalità. Purtroppo anche il traffico meneghino è tornato alla sua convulsa anormalità e alcuni giorni si è costretti a destreggiarsi in uno slalom di auto e ostacoli vari.

Foto scattata da  @paolabonini
Foto scattata da
@paolabonini

Anche in Piazza Castello il grano è maturo, già perchè l’area pedonale sta via via vedendo la luce e anche qui sono spuntate delle spighe, meta di turisti e non che fanno foto in un campo di grano urbano. Da ciclista devo dire che è molto bello circumnavigare il Castello, senza preoccuparsi delle auto… Non so perchè ci sia voluto tanto per decidere di chiudere la zona al traffico.
Così, giorno dopo giorno, pedalata dopo pedalata, la vita va avanti con i suoi e con i miei ritmi, che mi rendo conto essere quelli del cicloturista, quale sono: chissenefrega del tempo che ci impiego, l’importante è godersi il viaggio.

Tra una pedalata e l’altra mi accorgo però che l’autunno sta cominciando ad avanzare: le foglie delle piante cominciano ad ingiallire, alcune a cadere. Le giornate si sono già accorciate parecchio e presto dovrò rispolverare le luci.
Molti considerano l’autunno una stagione triste, per me invece è bellissima: chi mi conosce sa che adoro i colori caldi e intensi e l’autunno ne è la sua massima espressione.
Per questo rimango affascinato da ogni alba o tramonto.
Adoro camminare sulle foglie scricchiolanti, sentire l’odore dei funghi (solo il profumo perchè da mangiare non mi piacciono), le caldarroste e le zucche (queste ultime due si che mi piacciono, eccome!).

Insomma l’estate sta finendo, come cantavano a suo tempo i Righeira, ma forse non è mai iniziata. Con lei vanno nel cassetto i miei viaggi tra le alpi, anche se spero di riuscire a scalare ancora qualche Passo prima dell’inverno.
Per parafrasare sempre il gruppo degli anni ’80, io non sto diventando grande e non ho la minima intenzione di farlo.

Ci si vede in giro, sui pedali ovviamente!