Un Santo Stefano… Perfetto

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Sono le ultime battute del 2019, gli ultimi giorni, quelli nei quali la maggior parte delle persone si cimentano in furibonde no-stop davanti a tavole imbandite di ogni prelibatezza e dolciume. Record di panettoni e pandori sono i primati che vanno per la maggiore.

Claudia e io, al contrario, non siamo molto inclini al periodo natalizio, così decidiamo di approfittare del traffico praticamente nullo del giorno di Santo Stefano, per cimentarci nel Perfect Tour, un brevetto permanente di 200Km con partenza e arrivo dal Binda Bici Bar di Nosate. Lei è la prima volta che si cimenta su questo tracciato, anche se, con giri diversi, credo lo abbia già percorso nella sua totalità. Io invece l’ho già sperimentato il giorno di Pasqua 2018 e so che, pur senza raggiungere quote elevate, di pianura ne vedremo ben poca.

Appurata la lunghezza del percorso e le poche ore di luce di questo periodo, decidiamo di raggiungere Nosate e partire alle 8. Saremmo partiti anche prima, ma le temperature, di un pugno di gradi sotto lo zero, si scontrano con le nostre velleità randagie.

Pochi km e, superato Turbigo, salutiamo la Lombardia e ci affacciamo in Piemonte, raggiungendo Galliate e il suo splendido castello. Mani e piedi, nonostante l’abbigliamento invernale, si fanno insensibili e si arrendono al freddo. A Oleggio incontriamo i primi saliscendi, ma si esauriscono in fretta per lasciare nuovamente spazio alla pianura che ci accompagna fino a Agnellengo (km 33). Qui iniziano le colline novaresi: la prima è quella di Barengo con il suo castello appollaiato sulla cima. A Ghemme (Km 47) la strada potrebbe puntare tranquillamente dritta a Borgosesia, ma quel diavolo di Fulvio, l’ideatore del percorso, non risparmia alcuna collina, facendoci prendere a destra per Cavaglio d’Agogna prima e facendoci passare poi davanti all’imponente santuario di Boca. Qui la strada che scende verso Gignasco è chiusa a causa di una frana, così, senza minimamente prendere in considerazione l’idea di tornare indietro e senza un’alternativa, oltrepassiamo le transenne e percorriamo il tratto chiuso con tutte le cautele del caso.

Eccoci nuovamente in Valsesia dove una foratura alla ruota anteriore di Claudia, ci obbliga a uno stop forzato. Cambio di camera d’aria e ripartiamo in direzione Valduggia. Abbiamo percorso 80Km, quando iniziamo a salire verso il colle della Cremosina, un’ascesa che odiamo e amiamo contemporaneamente. La odiamo primo perché in realtà non è una salita, ma un controverso falsopiano che non capiamo mai con che rapporto affrontare e secondo perché quel tratto di valle è sempre più freddo e poco soleggiato… E in una giornata già di per sé invernale non si fa particolarmente apprezzare.
Superata la galleria che segna lo scollinamento a quota 553m, scendiamo verso il lago d’Orta che lambiamo per puntare poi dritti verso Borgomanero (Km 104), dove ci concediamo una meritata pausa caffè e dolce. Finalmente il cielo si apre facendo materializzare le nostre ombre sull’asfalto, mentre ripartiamo e diamo fondo al dolce appena consumato sullo strappo di Santa Cristina. Il tratto successivo, senza salite impossibili, prevede ben poca pianura; così, tra un saliscendi e l’altro, raggiungiamo Sesto Calende, dopo 129. Passiamo per la seconda volta il Ticino, ritrovandoci nuovamente in Lombardia.

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La strada riprende dolcemente a salire ovviamente, fino a sfiorare il lago di Monate e quello di Comabbio. Finita qui? Assolutamente no, perché a Bernate (Km 147) ci attende la salita delle sette curve e, subito dopo, l’infinito drittone di Capolago, dove a Fulvio saranno fischiate le orecchie per gli improperi di Claudia 😀

A Gazzada Schianno le fatiche potrebbero essere concluse, ma il buon Fulvio, un rosticciere che ci cuoce a fuoco lento come polli allo spiedo, ci fa deviare verso Sumirago, mentre il sole inizia ad arrossire rapidamente. La fatica si fa sentire, ma questa è davvero l’ultima di infinite asperità. Fino a Gallarate è una dolce discesa, che prosegue poi verso Ferno e Lonate, fino a riportarci al punto di partenza.

E’ ormai buio e freddo quando arriviamo, ma fortunatamente troviamo ancora il Binda Bici Bar aperto e ne approfittiamo per un orzo fumante che ci riscalda le ossa. Sono solo le 18, ma in questo periodo dell’anno sembra ormai notte fonda. In fretta e furia carichiamo le bici in auto e accendiamo il riscaldamento “a palla”, neanche fosse un pezzo heavy metal d’altri tempi!

Con il Perfect Tour di Santo Stefano, finisce il nostro 2019 ciclistico, ma per il 2020 le idee e la voglia di pedalare non mancano di certo. Sicuramente una festività del 2020 (la prima volta a Pasqua, la seconda a Santo Stefano) la riserveremo per questo brevetto… Magari quando il clima è un po’ più clemente e le giornate un po’ più lunghe.

Il percorso
Per info sul Perfect Tour

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