La Via Delle Sorgenti

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DISTANZA:
194Km 
DISLIVELLO:
3.000m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Capriati A Volturno (CE)
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SALITE AFFRONTATE:
– Passo del Prete Morto – Miralago (1102m)

PolliceSu
– Organizzazione impeccabile
– Ristori fornitissimi
– Personale cordiale, ospitale e accogliente
– Panorami splendidi

PolliceGiu
– Nulla di negativo, forse qualche tratto nella parte centrale meno attraente, ma fa parte comunque del territorio, da apprezzare coi suoi pro e contro


VALUTAZIONE COMPLESSIVA
45

Sabato 28 maggio e domenica 29 sono due giorni da cerchiolino rosso per il mondo delle Randonnée, perché è in programma il raduno estivo della Nazionale Italiana ARI. Un’occasione per fare il punto della situazione e pedalare in compagnia di vecchi e nuovi amici, tutti accomunati da una passione per la bicicletta e le lunghe distanze.

E’ così che sabato mattina Claudia e io ci ritroviamo in Stazione Centrale a Milano, curiosi di spingerci nel punto più a sud della nostra “vita randagia”. Zaino in spalla dunque, e bici smontate riposte accuratamente nelle sacche. Le sistemiamo alla bene e meglio sul treno alta velocità e, nel giro di un amen, siamo a Roma. Un convoglio regionale, puntuale come un orologio Svizzero, ci conduce a Venafro (IS) dove, rimontate le bici, raggiungiamo in poche pedalate l’albergo.
Il tempo di riporre gli zaini in camera ed eccoci nuovamente in sella per raggiungere Capriati al Volturno, valicando la linea di confine tra Molise e Campania. Per non farci mancare niente, ci facciamo accompagnare dalla “nuvola da ragioniere Fantozziana” che provvede a inumidirci con qualche goccia di pioggia.
il caratteristico paese è il fulcro del ritrovo, dove si tengono la riunione ARI, le varie premiazioni e tanti racconti di avventure a pedali. In serata facciamo ritorno in albergo, dove ci ritiriamo sotto coperta in vista della pedalata del giorno seguente.

Domenica mattina la sveglia suona presto, il primo sole rossastro fa capolino da dietro le alture e un’aria fresca e silenziosa avvolge ogni cosa.
Percorriamo nuovamente il tragitto di 12Km che ci porta alla partenza, dove sono previsti due percorsi: uno da 300Km e uno da 200. Noi optiamo per il secondo, altrimenti non riusciremmo a prendere il treno per fare ritorno a casa.
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Il via, intransigentemente alle 7, è subito in salita per scaldare le gambe, fino a raggiungere i 1050m di Letino, dove è previsto il primo controllo e ristoro. A questo punto il percorso si mantiene in quota inoltrandosi nel bellissimo Parco Regionale del Matese, costeggiando l’omonimo lago. In questo tratto l’ambiente mi ricorda prepotentemente il Passo Gavia, anche se siamo a “soli” 1000 metri di altitudine. Al Km35, giunto al poco confortante Passo del Prete Morto, inizia la lunga discesa che si snoda tra le rocce ocra.

Una breve salita ed eccoci a S. Angelo d’Alife (km 61) dove ci attende un nuovo check point e un fornitissimo ristoro. La stessa scena replica al Km 81 quando raggiungiamo il borgo medioevale di Vairano Patenora, dominato dal bellissimo castello, ai piedi del quale è posto il buonissimo ristoro.

A questo punto il tracciato si fa più agevole, regalandoci lunghi tratti pianeggianti tra i campi, con le alture sullo sfondo. Pochi chilometri ed ecco il controllo di Roccaromana. Ancora sazi dal ristoro precedente, saltiamo a malincuore la pasta fumante. 

Superiamo Teano, nel tratto paesaggisticamente più scarno della manifestazione. Un ambiente un po’ lasciato a sé stesso forse e meno curato.
In leggera discesa raggiungiamo Spicciano (Km 140) dove all’ombra di un pergolato, ci attendono pizza e taralli, entrambi spettacolari. Claudia predilige la prima, io i secondi. Alla fine deve strapparmi a forza per convincermi a rimontare in sella e disintossicarmi da quella che, in pochi minuti, è già una dipendenza.

Gli ultimi saliscendi ci aprono le porte verso la parte finale della manifestazione. L’ultima chicca che ci regalano gli organizzatori è il lungo e ombreggiato viale alberato che ci porta a pochi chilometri dal traguardo, che raggiungiamo in leggera ascesa.
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All’arrivo siamo accolti dagli organizzatori e da una pasta che questa volta non disdegniamo. Ci piacerebbe fermarci di più, ma il tempo stringe. Non ci resta che ringraziare tutti, risalire in sella, rientrare in Molise e raggiungere nuovamente Venafro dove ci attende il treno (caso più unico che raro in Italia in abbondante anticipo).

Salutiamo la Campania con un po’ di malinconia, dettata dal calore e dall’accoglienza della gente che ci ha sorpresi e fatto apprezzare questa terra dove abbiamo pedalato per la prima volta. Siamo sicuri che non sarà l’ultima.